Chi sono, davvero

Mi chiamo Carmine.
E sono un esploratore del corpo, dell’anima… e di tutto quello che vibra tra i due.

Non ho un'etichetta da offrirti.
Non sono solo un “operatore olistico” o un “coach sensoriale”.
Sono un uomo che ha imparato a stare nudo.
Dentro. Fuori.
Nelle emozioni che pizzicano,
nel piacere che scuote,
nel silenzio che accarezza meglio di qualunque parola.

Il Tantra non è una tecnica che pratico.
È una rivoluzione che mi abita.
Mi ha insegnato a respirare fino all’ombelico.
A farmi toccare dove non volevo essere visto.
A sciogliermi nel presente, e
perdermi solo per ritrovarmi meglio.

Massaggio?
Sì.
Ma non pensare a lettini e sottofondo rilassante.

Pensa a un viaggio.
Un incontro.
Una danza.
Un brivido che parte dalla pelle e arriva fino all’anima.

Mi piace stare con chi ha il coraggio di sentire.
Con chi non scappa al primo tremore.
Con chi non ha paura di ridere mentre si commuove.

Questo blog non è una vetrina. È un confessionale sensoriale.
Un diario scritto con il respiro e con qualche sorriso malizioso in più.
Un luogo dove condivido esperienze, scene assurde, momenti così veri da sembrare inventati.
E forse lo sono. O forse no.

Se cerchi risposte chiare, forse qui non le troverai.
Ma se cerchi vibrazioni vere, contatto, verità scomode, ironia e pelle che parla…
beh.
Siediti comodo
Togliti le scarpe (e magari anche qualcos’altro).
E leggimi.*

Nota di Paperottina™, mascotte visionaria e diavoletta certificata:
“Lui non lo dice… ma ha anche un tocco da urlo.
Ve lo dico io che ci galleggio accanto da anni.
ma.. ecco una parte di me che non ho ancora raccontato..
Non ho molti ricordi della mia infanzia. Qualche foto, ogni tanto, la riguardo ancora - e quasi non mi riconosco. Solo i lineamenti mi somigliano. La memoria, quella profonda, resta vuota. Eppure… ci sono frammenti che, nonostante sia passato quasi mezzo secolo, sono lì, lucidi come vetro sotto il sole. Ricordo perfettamente il giorno in cui i miei genitori adottivi vennero a prendermi. Avevo appena due anni. E quel momento, così lontano eppure così impresso, è una delle immagini più vive che ho. Non si è mai sbiadito. Come non si sono sbiaditi i giochi con i coetanei durante l’adolescenza, né il silenzio affettivo che ha segnato il mio rapporto con mia madre adottiva. Gesti che non arrivavano. Carezze mai date. Forse per inesperienza. O forse perché lei, da bambina, non ne aveva mai ricevute. E si sa… quello che si riceve, spesso, è quello che si tramanda. Anche senza volerlo. Non tutti sanno quanto possa influenzare un’intera vita la mancanza di un abbraccio, soprattutto nei primi anni. Da zero a due. È lì che si forma la radice. L’adozione, di per sé, è già un distacco. Farlo in tenerissima età, senza continuità di calore, è qualcosa che segna. E se a quel distacco si aggiunge l’assenza di tenerezza, il bambino cresce con una ferita silenziosa. Che non si vede, ma plasma tutto. Parlo di questo perché ha avuto - e ha ancora - un ruolo importante nella mia vita. Ma non con rancore. Tutt’altro. Ho riconoscenza verso chi ha fatto del proprio meglio per crescermi, darmi un’istruzione, e un ambiente sereno. Ma sento il bisogno di raccontare questo per dire una cosa, semplice e vera: Il mio desiderio di contatto ha radici lontane. È un bisogno cristallizzato. Ciò che mi è stato sottratto da bambino, io oggi lo cerco. E spesso, lo ritrovo. Attraverso il contatto sensoriale con un altro corpo. Un altro essere. Un’altra anima. Ed è proprio da lì, da questo bisogno originario, che nasce il mio essere “esperto” nel sentire. Perché la sensorialità non è una tecnica. È la mia pelle. È la mia vita. Con lei sono cresciuto, mi sono formato. Mi evolvo ogni giorno, perché nessun titolo accademico potrà mai contenere quello che solo il corpo ha vissuto. E no, non sono la stessa cosa. Sono mondi lontani. Da giovane questa mia sensibilità non era accolta. Spesso era fraintesa. E io… me ne facevo un cruccio. Oggi no. Oggi, grazie al mio percorso, alla formazione continua, alle persone straordinarie che ho incontrato… so chi sono. E non ho più bisogno dell’approvazione di nessuno. Ho scelto ciò che era giusto per me. Ho lasciato indietro chi non meritava di accompagnarmi. E va bene così.

dal mio corpo al tuo..

Quando ho aperto questo blog, non sapevo ancora che forma avrebbe preso.
Venivo da un’esperienza intensa, piena, ma anche confusa.
Avevo lasciato andare il vecchio blog “Sorgenti del Benessere”, pieno di contenti e concetti, perché non rappresentava più quello che sono oggi.
Sentivo che c’era bisogno di qualcosa di più vero.
Più vicino alla pelle.
Così è nato un diario sensoriale: un luogo dove raccontare me, senza maschere.
Come il Tantra aveva attraversato il mio corpo, cambiato il mio modo di toccare, di farmi toccare, di esistere.

Scrivevo di me, per me.
Ma lentamente, senza che me ne accorgessi, qualcosa si è aperto.
Gli uomini hanno iniziato a leggere.
A scrivermi.
A raccontare pezzi della loro storia.
E in quei pezzi, ho riconosciuto qualcosa che conoscevo bene:
la solitudine.
Il bisogno di un luogo sicuro.
La paura di non essere abbastanza.

Così il mio diario ha iniziato a trasformarsi.
Non più solo una narrazione privata, ma un luogo per e con gli altri.
Uno spazio dove ogni uomo possa sentirsi accolto, ascoltato, non giudicato.
Dove possa leggere qualcosa che gli assomiglia, anche se non ha mai avuto il coraggio di dirlo.

Questa evoluzione ha cambiato anche me.
Mi ha aiutato a ridefinire meglio il mio ruolo:
non come esperto, non come salvatore.
Ma come coach sensoriale.
Una guida che accompagna, coccola, ascolta. Che crea uno spazio dove gli uomini smarriti possano tornare a casa.
Nel corpo.
Nel cuore.
In se stessi.

Questo sono oggi.
E questo è lo spazio che porto con me.